Che ognuno debba avere i suoi spazi, questo era ovvio. Chi starebbe con qualcuno che ti rinchiude in casa e le cui uscite sono solo: io, te e il cane, se c’è. C’è da spararsi, giusto? Però parliamone lo stesso. Perché spesso queste ovvietà non sono molte ovvie. Come quando lei esce con le sue amiche e cominciano le domande: chi sono? quando torni? Dove vai? Mi scrivi? Mi rispondi? Mi ami? Ma perché esci con loro? E tu mentre pazientemente rispondi all’interrogatorio pensi solo: "Eh mollami, che faccio tardi!" E mentre lui sul divano ti sta immaginando a filtrare con mezzo universo maschile, sei in realtà seduta a un tavolino di un caffè con la tua amica che ti parla del nuovo smalto perlato E l’unico uomo presente è un’anziano che legge la gazzetta dello sport con il terzo rosso della giornata. Ma vediamo l’altro lato, si perché noi donne non siamo esenti da colpe. Lui esce con l’amico a bersi una birra. E già ti immagini le conigliette di playboy che gli girano intorno o lui che ci prova con la barista carina, bè le cose non vanno proprio così, anzi molto raramente vanno così, proprio quasi mai. Eppure tu sei lì a mangiarti le mani e col telefono lo tempesti di domande: Come va? Allora? Chi c’è? E la barista è carina? Ah, è uomo? Ah ok! Allora a dopo….Ma torni per cena? Torni no? bla bla.
So che tutto questo sembra ridicolo e infatti lo è. Siamo noi a esserlo, nella nostra insicurezza che non ci fa sentire liberi di accettare che le persone possono anche andarsene per motivi che non sono un’uscita in solitaria ma per sfuggire a un fidanzato/a opprimente quello sì. L’insicurezza non è sexy e non è una qualità che fa tornare a casa prima, anzi, l’idea di subire l’ennesimo interrogatorio fa venire solo voglia di stare più fuori, dove ci si sta divertendo. C’era sempre una vecchia frase del vivi e lascia vivere, poi le cose si fanno da sé. Non so se era proprio così ma avete capito il concetto, dai. Che poi se certe cose devono accadere, accadono e basta a prescindere da noi, da loro, da tutto.
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